Una pausa caffè

Anche se, propriamente parlando, non ammazzo il tempo bevendo caffè nero bollente, come la cara Mannoia degli anni Ottanta, ultimamente ne bevo più del solito.

E la scuola in cui sono capitata quest’anno a fare la prof non fa che perorare la causa. La saletta organizzata dai nuovi colleghi, dedicata al caffè collettivo è proprio una chicca! Di solito in giro per le scuole c’è la solita orribile macchinetta del caffè a monetine o con chiavetta, che spara una brodaglia a cui ti abitui malamente dopo qualche tempo, giusto per socializzare, cosa che per noi precari è fondamentale per conoscere un po’ l’ambiente soprattutto all’inizio dell’anno. La bella sorpresa di quest’anno è l’angolo moca, che rende tutto più piacevole. In fondo che ci vuole a fare un caffè? Solo un minuto in cambio del piacere di berlo buono buono, magari accompagnato da qualche dolce fatto in casa (certe colleghe hanno le mani d’oro!) e il clima cambia subito, si crea il rito, l’abitudine, il gusto di fare due chiacchiere in uno spazio tranquillo, al riparo dagli schiamazzi dei nostri amatissimi preadolescenti ;).

Il caffè per me è da sempre un piccolo rito, sia bevuto da sola, a casa, con attorno NESSUNO  (neanche cane e gatto… posso sopportare giusto il pesce rosso), sia gustato in pausa con i colleghi, mentre nel cortile della scuola si scatena il finimondo, sia durante la colazione in famiglia, accompagnato dal nostro pane fatto in casa con una dose industriale di marmellata.

So che non devo esagerare, ma me ne accorgo subito quando ne bevo un po’ troppo, e quindi mi sono abituata a due, massimo tre al giorno: uno al mattino, necessario per il risveglio, uno in pausa coi colleghi, e uno in totale solitudine nel primo pomeriggio, quando le pesti sono ancora a scuola, il marito al lavoro, e i libri mi chiamano per la quasi-quotidiana dose di studio (non è mai finita, a quanto pare, ma non mi soffermo sui dettagli…).

Il massimo è quando in casa c’è del cioccolato fondente extra, 70% minimo, amarissimo, come il caffè che prendo rigorosamente senza zucchero: un pezzo di cioccolato, un caffè nero bollente, e l’energia torna al top, la concentrazione massima e si può tornare alle proprie occupazioni.

Blogger di Mestieredimamma.it, libera professionista, ambientalista, viaggiatrice. Beh, anche mamma di due bimbe e moglie di un mancato contadino 🙂 Ho scritto un libro sull’ecologia per la famiglia, Eco-famiglie, collaboro con Genitoricrescono.com e amo follemente il caffè.

Condividi l'articolo

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *